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PARALIMPIADI: LA STORIA DEL CAMPIONE CASELLI

02 agosto 2016

A 47 anni il canoista Fabrizio Caselli si è qualificato per la competizione olimpica
primeggiando nella categoria singolo TA

 

 

Torino, agosto 2016 - Fabrizio Caselli, fiorentino originario di Borgo San Lorenzo ed ex vetraio, dall’8 al 19 settembre andrà in Brasile per partecipare ai Giochi di Rio, coronando il sogno di partecipare all’XI edizione dei Giochi Paralimpici estivi. Insieme alla collega Eleonora De Paolis, 28enne originaria di Velletri (Rm), è uno dei due atleti di para-rowing (categoria AS, utilizzo delle sole braccia), qualificato lo scorso settembre durante i Mondiali di Canottaggio e  Pararowing di Aiguebette, con un tempo di 4.45”.

 

Fabrizio è in carrozzina dal 2000 in seguito a un’embolia polmonare durante un’immersione subacquea. In canoa dal 2011 ha già conquistato un bronzo mondiale agli Internazionali di Pararowing nel 2014, stesso anno in cui Eleonora è approdata al canottaggio, due anni dopo aver perso l’uso delle gambe in un incidente stradale. Per il canottaggio nazionale i due atleti hanno segnato un primato unico nella storia: due italiani in categoria singolo, un maschio e una femmina, non si erano mai qualificati entrambi alle Paralimpiadi.

 

Anche un’azienda ortopedica del torinese, l’Officina Maria Adelaide, ha deciso di supportare i due campioni, costruendo per loro gli apparecchi da utilizzare in canoa. I sedili e gli schienali standard in tela che Fabrizio e Eleonora avevano in dotazione erano pesanti, poco stabili e di ostacolo nell’azione della vogata, limitando la resa dei due atleti sia in allenamento che in gara. Il Centro Studi Pararowing, venuto a conoscenza delle tecnologie di ultima generazione impiegate dall’Officina, ha contattato Roberto e Alessio Ariagno, i titolari dell’azienda, chiedendogli aiuto per gli apparecchi di Fabrizio e Eleonora. L’Officina Ortopedica utilizza infatti da alcuni anni un innovativo dispositivo di digitalizzazione per l’ortopedia - lo Structure Sensor di Rodin4D, uno scanner 3D applicato ad un tablet – che permette di rilevare le misure antropometriche in modo accurato e non invasivo. Attraverso questo  dispositivo è stato possibile prendere le dimensioni del busto dei due atleti in modo molto preciso, creando una seduta a guscio e uno schienale Csei Quad Back entrambi su misura e in carbonio, in modo tale da rendere la struttura leggera, ergonomica e comoda per gli sforzi in canoa. Anche grazie all'utilizzo di questi materiali che massimizzano la spinta da trasferire alla barca, allenatori e atleti stanno constatando continui progressi nelle prestazioni. “È stato come vederli passare dal correre in ciabatte al farlo con una paio di scarpe da ginnastica” ha commentato Dario Naccari, Capo settore e Direttore del Centro Studi. Il costante monitoraggio delle esigenze della squadra e delle possibili soluzioni per migliorare le prestazioni sportive da parte del Centro, ha permesso di aumentare significativamente la diffusione della cultura del canottaggio, avvicinando sempre più disabili a questa disciplina.

 

Dopo il trasferimento al centro olimpico di Sabaudia per gli allenamenti finali, qualche giorno fa i due atleti sono partiti per Rio dove i due ragazzi si giocheranno il tutto per tutto in acqua e in pista, con la speranza di poter coronare anche il sogno della medaglia.




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