Comunicati stampa


La sfida di Filippo, una mano artificiale per tornare a giocare

14 giugno 2017

Alessandro Mondo, giornalista de La Stampa, racconta la storia del piccolo Filippo: nato senza l'avambraccio per una malformazione congenita, è il più giovane paziente a cui l'equipe di Officina Ortopedica ha realizzato una protesi mioelettrica. A circa due anni dalla nascita, infatti, Filippo ha potuto sostituire la protesi estetica con un apparecchio in grado di rispondere ai suoi comandi, permettendogli di migliorare notevolmente lo sviluppo motorio. Per attuare un movimento – l'apertura della mano per esempio – il paziente contrae una fascia muscolare sulla quale è posto un elettrodo che trasforma la volontà di movimento in comando elettronico. Filippo sta reagendo in modo positivo alla protesi e sta cercando, gradualmente, di impararne il corretto utilizzo.

L’operazione portata a termine sul piccolo costituisce una vera e propria eccezione. I genitori di Filippo prima di entrare in contatto con l’Officina Ortopedica Maria Adelaide hanno avuto difficoltà a individuare una struttura che proponesse loro una protesi con questa tecnologia. L’installazione di protesi mioelettriche su pazienti in età pediatrica in Italia è ancora quasi inesistente ma è una prassi del tutto in linea con lo sviluppo fisico del paziente dal momento che stimola la corretta crescita muscolare e psicomotoria del soggetto. Il costo dell’apparecchiatura biomedica, € 13.000, è stato interamente coperto dal Sistema Sanitario Nazionale: la protesi, il cui invaso dovrà essere sostituito dopo i primi sei mesi, dovrà poi essere modificata in modo progressivo con la crescita di Filippo. Questo è un grande successo sia per i genitori del bambino sia per il team dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide che ha potuto così garantire al piccolissimo paziente una crescita con migliori possibilità di sviluppo.

 

 




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